E’ pace, se mai guerra c’è stata, tra Messi e Tevez. La Pulce e l’Apache faranno coppia nell’Argentina che da oggi si allena a Londra per le amichevoli con la Croazia ed il Portogallo. “Giocare con Messi – dice Carlitos – è il massimo piacere che possa capitare ad un calciatore. Lui è il numero 1, lo penso e lo dico da parecchio tempo”.
Del presunto veto del fuoriclasse del Barca alla chiamata del bomber bianconero non c’è più traccia. Oppure era una “invenzione” della stampa, come dice, punzecchiando, Tevez: “Voi giornalisti dovete sempre “vendere qualcosa”.
D’altronde il bomber bianconero e Messi si erano visti qualche settimana fa a Milano, per un evento pubblicitario; “e avevamo parlato per un’ora e mezza di tante cose”, spiega Carlitos. Sicuramente anche dell’Albiceleste che Tevez adesso ha riconquistato tre anni dopo l’ultimo gettone di presenza: 16 luglio 2011, a Santa Fè, Argentina-Uruguay 1-1.
A 30 anni suonati, la maglia della nazionale ha un sapore diverso: “Negli anni passati – ammette l’Apache – non mi rendevo conto di dove fossi arrivato. Adesso invece capisco che si tratta di un premio. Ed ora è il momento opportuno, mentre prima sapevo che non era il momento del mio ritorno con l’Albiceleste”.
Perso il Mondiale in Brasile, Tevez può far rotta sulla Coppa America. Riparte da 64 presenze e 13 gol in carriera. Poco al confronto della straordinaria media che sta tenendo alla Juventus: con la maglia bianconera va a segno ogni due partite, 31 reti in 62 match, tra campionato e Coppe. L’anno scorso 19 centri in campionato con 34 presenze.
In questa stagione Tevez è tornato a bersaglio anche in Champions, dopo cinque anni di digiuno: doppietta contro il Malmoe, nella prima giornata. Otto centri, con i due rigori alla Roma, poi un inconsueto digiuno di un mese. Rotto, ieri, con un’altra doppietta e, sopratutto con l’inebriante gol del 4-0 al Parma, una prodezza ‘alla Maradona’, tra il tripudio del pubblico bianconero e l’ammirazione in tutto il mondo, sicuramente dei suoi tantissimi tifosi in Argentina. Chissà come avrebbero detto se il ct dell’Albiceleste Gerardo Martino qualche giorno prima non l’avesse convocato per le amichevoli in terra inglese. Il ‘Tata’ non l’aveva chiamato a settembre per le amichevoli in Asia, ma aveva lasciato aperta la porta. Tocca ora a Tevez stupire anche con l’Argentina. A tifare per lui ci sarà anche Maradona che nel 2010, ai Mondiali in Sudafrica, aveva osato un tridente esplosivo Messi-Higuain-Tevez. Certo, la concorrenza per Tevez è terribile, ma un combattente come l’Apache non si ferma, nemmeno di fronte alle missioni impossibili.