Caccia, il vizietto dei reali

Marta Mainini

Pubblicato

febbraio 19, 2014

Principe Harry, giù il fucile. Dopo aver dichiarato ufficialmente guerra al commercio illegale di avorio e specie protette, l’erede viene coinvolto nell’ennesimo scandalo fotografico: il 17 febbraio il “Daily Mail” ha infatti diffuso una foto in cui il giovane Harry, impegnato in un viaggio in Argentina, prese parte ad una battuta di caccia facendosi ritrarre a fianco di un bufalo d’acqua appena abbattuto.

harry cacciatore

Lo scatto del principe in versione “Trophy hunters”, che, per precisione, risale al 2004, mi ha ricordato il polverone mediatico alzatosi intorno al Presidente onorario di WWF Spagna, il Re Juan Carlos, quando nel 2012 venne immortalato in Botswana, appena dopo aver abbattuto un esemplare di elefante africano. Che acrobazie, proprio uno dei portavoce del World Wildlife Fund versava indisturbato circa 30mila dollari ad un governo africano per ottenere la prestigiosa “licenza di caccia”. Le reazioni furono immediate e il popolo del web chiese con più di 85mila firme le dimissioni di Juan Carlos dalla carica ambientalista.

La storia si ripete, non tanto per le modalità, quanto per il nodo cruciale: come nel caso del Re di Spagna, il safari di caccia che ha divertito il principe Harry sarà certo avvenuto in totale legalità, ma il fatto stesso che si sia svolto colpisce ambientalisti e animalisti, che nel complesso stentano a dar fiducia ad una persona che sceglie di impugnare un fucile ed abbattere un animale per puro intrattenimento personale.
Peccato, perché il messaggio lanciato in questi giorni dai tre principi, Harry, William e Carlo, merita davvero tutta l’attenzione possibile: una persona vicina alla famiglia reale ha fatto sapere che sarebbe una vera delusione “se la pubblicazione di questa foto dovesse distrarre i cittadini dagli sforzi che i tre principi stanno portando avanti nella lotta al commercio illegale di fauna selvatica”.

Il momento è delicato: proprio in questi giorni, infatti, 46 paesi hanno firmato a Londra una dichiarazione significativa contro il commercio illegale di specie protette e l’uccisione di migliaia di elefanti e rinoceronti. Parliamo di un business criminale capace di rendere più o meno 12 miliardi di sterline l’anno: si posiziona dietro solo al traffico di uomini, al commercio di armi e a quello di droghe.
La Conferenza di Londra ha avuto un ottimo riscontro anche grazie alla partecipazione di personaggi popolari come il calciatore David Beckham, la star Jacky Chan e il giocatore di basket Yao Ming.

Ci si augura quindi che il trofeo del principe Harry non comprometta i lavori, e, anzi, porti la casa reale ad una ancor più decisa azione in favore del mondo selvatico. Del resto, solo qualche giorno fa proprio il Principe William sembra aver confidato alla famosa etologa Jane Goodall il desiderio di veder distrutti tutti gli oggetti in avorio che ancora impreziosiscono Buckingham Palace.
Questo sì che sarebbe un bel colpo, commenta l’esperta Paula Kahumbu, sentita dal The Guardian: “Questa sarebbe una vera presa di posizione dei reali, che così facendo sposterebbero i soldi nella stessa direzione in cui vanno le loro parole”.

Qualcuno l’avrà detto alla Regina?


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