Berlusconi: no ultimatum a governo. L’ho voluto io, voglio continui

Roma, 31 ago. Il governo di Enrico Letta "fa cose egregie e voglio che continui". Così Silvio Berlusconi parlando a un gazebo in piazza Argentina a Roma sull'azione dell'esecutivo di larghe intese. Quindi il Cavaliere spera che possa "continuare a lavorare" ma allo stesso tempo definisce "assurdo" che a uno dei partiti che compongono la maggioranza venga "sottratto il leader".
"I giornali hanno messo come mio ultimatum il fatto che cadrebbe il governo se fosse votata la mia decadenza. Non ho mai pronunciato questa frase: in un ragionamento con i nostri ho ricordato che questo governo l'ho voluto io fortemente e sono convinto che all'Italia serva un governo che continui a governare. Non sono neanche d'accordo - ha aggiunto Berlusconi - con le critiche al governo che in situazioni difficili ha fatto cose egregie, come per l'edilizia". Dunque, insiste Berlusconi, "spero che possa continuare a lavorare".
Ma d'altra parte "se a una forza politica democratica che collabora con un'altra forza democratica venisse sottratto il leader, sarebbe impossibile collaborare al tavolo del governo". ha ribadito Silvio Berlusconi. Alla domanda se dunque la conseguenza di un voto in Giunta per la sua decadenza a senatore sarebbe il ritiro della delegazione Pdl dal governo, Berlusconi ha risposto: "Questo è quello che dicono gli stessi ministri, chiedetelo a loro". Per poi aggiungere: "Mi auguro che questo non succeda perché sono convinto che all'Italia serve un governo".
Ieri, alla minaccia di Berlusconi ("se mi impediscono di fare politica cade il governo"), era arrivata una risposta altrettanto esplicita: "Il ricatto di Berlusconi va respinto al mittente a stretto giro di posta: non violeremo mai le regole dello Stato di diritto per allungare la durata del governo". Risposta affidata a Dario Franceschini, ma condivisa parola per parola - assicuravano da palazzo Chigi - dal premier Enrico Letta. E Letta del resto ieri ha ribadito "chi crea delle connessioni improprie tra le decisioni del Senato e il governo dovrà spiegare ai cittadini il senso di queste relazioni pericolose" assicurando che il suo orizzonte temporale resta "quello del programma" approvato dalle Camere, ovvero 18 mesi. E spiegando ancora una volta - ad uso del Pdl ma forse anche di qualcuno nel Pd - che "andare a votare adesso con il Porcellum significherebbe rifare le larghe intese a novembre", perchè i sondaggi danno sostanzialmente gli stessi rapporti di forza tra Pd, Pdl e Grillo.
Obiettivi che però vanno ben oltre la scadenza del 9 settembre, quando la Giunta del Senato sarà chiamata a decidere sulla decadenza di Berlusconi dopo la condanna in via definitiva per frode fiscale.
Infine Berlusconi si dice "assolutamente d'accordo" con un provvedimento di amnistia, ma "il fatto è che ogni intervento che possa favorire anche Silvio Berlusconi non viene fatto dalla sinistra". Sollecitato da Marco Pannella al momento di firmare i referendum sulla giutizia dei Radicali, il leader del Pdl aggiunge che l'amnistia servirebbe "per rendere più civili le nostre carceri perchè i processi diminuiscano di una buona percentuale".
Ma il problema, aggiunge, è la contrarietà della sinistra a ogni intervento che lo possa favorire. E cita una proposta dell'attuale ministro della Giustizia: "La Cancellieri aveva proposto di sostituire, per le persone sopra i 70 anni, la parola 'può' con 'deve' scontare la pena nella propria abitazione, ma tutta la rappresentanza della sinistra al governo ha detto no. Allora si è proposta la formula 'deve' solo sopra i 75 anni ma siccome io ne ho di più, allora hanno detto no. Ora mi trovo a essere causa, mi dicono, di più di 598 vecchietti come noi due - scherza con Pannella - che hanno passato agosto in carcere a causa mia".
INt3

Leave a Reply