Raabel è nato in Argentina ed è un biocostruttore: da alcuni anni è invitato a tenere corsi, conferenze e consulenze in diversi paesi, soprattutto in Messico, su un sistema di autocostruzione chiamato Hiperadobe. Questo metodo è basato sull’utilizzo di sacchi di juta tubolari ripieni di terra e poi compattati. Si tratta dunque di una tecnica che consente la costruzione di spazi abitativi di grande comfort e salutari.
Dal momento che la terra è un materiale termico che “respira” ed è vivo, spiega il sito labioguia.com, se si mentiene in equilibrio la temperatura e l’umidità, in queste costruzioni si trovano comunemente temperature che variano da 21 a 24 gradi centigradi: questa case quindi non hanno bisogno di impianti di aria condizionata e di cammini, il che significa risparmio energetico ed economico.
L’Hiperadobe è una tecnica del Sub-Superadobe, creato da Nader Khalili, architetto e scrittore iraniano. Khalili aveva lavorato a stretto contatto con gli abitanti dei villaggi per sviluppare l’architettura di terra. In una delle zone più sismiche del mondo, lo stato della California, quella tecnica è stata adottata e promossa come tecnica di costruzione. Le case costruite e autocostruite in questo modo si sono dimostrate resistenti anche a forze dinamiche come il forte vento e la neve.
Anche la Nasa ha studiato la proposta negli anni Ottanta per “basi lunari e le attività spaziali del XXI secolo”, considerandola una valida opzione.
Con il metodo Hiperadobe si ottengono gli stessi benefici del Superadobe, tranne che il primo è molto più economico. Insomma, con l’architettura di terra è possibile autocostuire abitazioni che non inquinano in un paio di mesi. Quello che occorre conoscere bene è solo il tipo di terra e le proporzioni per utilizzarla (argilla, limo e sabbia), ma per questo, assicura Raabel, basta un corso di un paio di giorni.
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