Come da pronostico, è ancora David Ferrer ad alzare al cielo il trofeo della Copa Claro. Per il secondo anno consecutivo, il nr.4 al mondo va a segno in terra argentina, spuntandola su Stanislas Wawrinka per 6-4 3-6 6-1 dopo 1 ora e 44 minuti di gioco. Non basta un ritrovato nr.2 svizzero (tornato in finale sul circuito dopo la vittoria a Chennai del 2011): che sia una buona annata per lui lo si è potuto evincere dalla spettacolare prestazione con Djokovic in Australia e dell'ottima prova in Davis, ma ancora una volta sono i dettagli ad impedire all'elvetico il prestigioso scalpo. Dall'altra parte della rete, com'è ormai noto, vi è un tennista mai domo, con cui è assolutamente sconsigliato pensare di aver la partita in pugno. E' quanto accaduto nel terzo set: Ferrer ha mantenuto la stessa intensità del primo punto, mentre il suo avversario abbandonava progressivamente il campo tra una stecca e un'espressione di disapprovazione.
Partenza comunque balbettante per lo spagnolo (quasi una costante questa settimana, con il primo set malamente ceduto a Nalbandian e i patemi contro Robredo di ieri), dunque Wawrinka ne approfitta portandosi sul 3-1. Ma la reazione di David è immediata, con la mini-rimonta completata sul 3-3, resistendo al nuovo assalto del rossocrociato che non concretizza una palla per un nuovo break. Scampato il pericolo, il nr.4 al mondo ribalta completamente la situazione passando a sua volta al comando in un lungo settimo gioco, con il rovescio lungolinea che tradisce Stan nel momento meno indicato. A grandi passi Ferrer si dirige verso il 6-4, nonostante un ultimo turno abbastanza movimentato, con il nr.2 svizzero che rimonta dal 40-0 al 40-40 e annulla un quarto set point ai vantaggi, prima di cedere le armi alla quinta palla utile.
Ma nel secondo parziale, l'elvetico non demorde: come nel primo, break e controbreak nel quarto e quinto gioco, tuttavia sul 3-2 Stan questa volta prende il largo volando sul 5-2. Al servizio per allungare la contesa, Wawrinka è il protagonista sia in senso negativo che positivo: un doppio fallo e un paio di errori lo fanno scivolare sul 15-40, ma con coraggio e grandissimi colpi piazza una serie di 4 punti consecutivi che valgono il 6-4 finale.
La frazione decisiva inizia nel segno dello splendido rovescio dello svizzero, che gli permette di conquistare il break in apertura. Ma Ferrer è ben lungi dall'essere sconfitto: impressionante il parziale di 16 punti a 1 che lo lancerà verso il 4-1. Stan è ormai alle corde (appena 4 punti vinti nei propri turni, 0 su 8 con la seconda), salva una palla break ma cede nuovamente il servizio nel sesto gioco, gettando la spugna definitivamente sul 6-1, arrendendosi per la settima volta in dieci scontri al cospetto del top 10.
Per Ferrer si tratta dunque del 20esimo titolo in carriera, il decimo sulla terra: un successo che gli permette di raggiungere Davydenko e Federer alla terza posizione nella classifica sul rosso, alle spalle di Almagro (con 12), e dell'irraggiungibile Nadal (37), arricchendo il suo score sul mattone tritato con 243 vittorie a fronte delle sole 98 delusioni (secondo miglior record tra i giocatori in attività, dietro ovviamente al maiorchino).
La tradizione resta favorevole dunque agli spagnoli, con il settimo sigillo tra le mani di un iberico (i restanti sei suddivisi tra atleti sudamericani, di cui 4 agli argentini, e uno a testa per il Brasile e il Cile), con Ferrer che raggiunge Gasquet sul gradino dei "più titolati" in quest'avvio di stagione, con due sigilli all'attivo.
Simone Bolelli e Fabio Fognini confermano una volta di più il loro affiatamento sulla terra di Buenos Aires. Gli azzurri in finale si impongono sulla coppia formata dall'americano Nicholas Monroe e dal tedesco Simon Stadler per 6-3 6-2. Come si può evincere dal punteggio, pochi i patemi per i nostri ragazzi, i quali dopo la preziosa vittoria in coppa Davis con la Croazia, incrementano il loro record positivo in doppio, siglando l'11esimo successo in 12 match disputati (l'unica sconfitta quella subita dai Bryan in semifinale agli Australian Open), conquistando il secondo titolo in altrettante finali (bissato il sigillo di Umago del 2011 su Cilic e Zovko).