Argentina più vicina con “Bomarzo” Papa Francesco

In: Bomarzo, Primopiano 2, Spettacolo

1 aprile 2013 - 11:19

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BOMARZO – (m) “Sesso ossessivo e troppa violenza”. Queste, in sintesi, le ragioni ufficiali per cui nel 1967 il governo argentino di Juan Carlos Ongania vietò la rappresentazione dell’opera lirica “Bomarzo” di Alberto Ginastera, fresca di stampa, al teatro Colòn di Buenos Aires. In realtà le motivazioni vere si rivolgevano, con malcelata ipocrisia, alla “difesa della tutela degli interessi e della morale”.

 

Lo leggiamo nel libro “De padre a hija” (Da padre a figlia), di recente pubblicazione (Random House-Mondadori), un racconto intimo e poetico, pieno di nostalgia e bellezza firmato da Cecilia Scalisi sul canovaccio di una corrispondenza – con lettere, foto e ricordi dal 1971 al 1982 – ritrovata occasionalmente nel 2006 in una vecchia cassapanca dalla figlia del popolare compositore argentino, Georgina, che conosciamo personalmente per essere stata a Viterbo e Bomarzo nel 2010 su proposta di chi scrive.

 

Da quella visita sarebbe nata l’iniziativa, per merito dell’assessore provinciale Giuseppe Fraticelli, di organizzare nel 2012 – nell’ambito del festival “Suona Francese” – un “omaggio” al musicista di Buenos Aires con l’esecuzione di alcuni brani dell’opera, nello scenario magico e ispiratore del “Parco dei Mostri”, curata da Maura Riacci. L’idea di musicare “Bomarzo” su libretto tratto dall’omonimo romanzo di Manuel Mujica Lainez – come leggiamo nel libro facilitati dalla traduzione di Daniela Fratini – venne sollecitata e sostenuta dalla moglie di Ginastera che collaborò attivamente, come scrive la figlia, alla messa in scena dell’opera.

 

“Mia madre – dice Georgina – fece un lavoro primordiale: la ricordo che dedicava anima e corpo per giorni e giorni al libretto dell’opera”. Dopo l’episodio di “censura” del governo argentino del 1967, Ginastera decise di cessare per protesta ogni rappresentazione delle sue opere al teatro Colòn fino al 1972, quando finalmente “Bomarzo” venne rappresentata. Un grande successo e soprattutto “una dolce vittoria” dopo l’incredibile niet che venne giudicato dal mondo culturale del tempo come un vero e proprio abuso. Abbiamo ritenuto utile ricordare questi “passaggi” del libro in un momento propizio come questo in cui, grazie anche a Papa Francesco, molti argentini si mettono in “cammino” verso l’Italia.



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