L’Argentina cambia padrone e colore. Vince Mauricio Macrì, candidato del centrodestra, con il 52 per cento dei consensi, dopo il ballottaggio contro Daniel Scioli. Entrambi gli aspiranti alla poltrona di presidente sono discendenti di italiani immigrati qui.
Il numero uno di ‘Cambiemos’ ha detto: “E’ cambiata un’epoca”. Effettivamente, è così, dopo dodici anni di peronismo ‘kirchnerista’: prima Nestor Kirchner, 2003-2007, poi la moglie Cristina Kirchner, 2007-2015. Macrì ha aggiunto: “Metterò tutta la mia energia per costruire l’Argentina che sogniamo, con una povertà zero”.
Parlando alla comunità internazionale, ha lanciato un altro messaggio: “Lo dico ai fratelli dell’America Latina, del mondo: vogliamo avere buone relazioni con tutti i Paesi, vogliamo lavorare con tutti”. Il che, tradotto, significa avvicinarsi agli Stati Uniti e prendere le distanze dal Venezuela di Nicolas Maduro. Nel quartier generale di Buenos Aires, a seguire lo spoglio, c’era effettivamente anche Lilian Tintori, moglie di Leopoldo Lopez, uno dei principali oppositori di Maduro, attualmente detenuto in carcere.
Scioli, che correva per il ‘Frente para la Victoria’ e il presidente Cristina Kirchner si sono congratulati con il vincitore: “La volontà del popolo ha eletto un nuovo presidente, Mauricio Macrì, con il quale mi sono complimentato al telefono, augurandogli successo per il bene del Paese” ha detto Scioli, governatore della provincia di Buenos Aires.
Macrì è ingegnere. Suo papà, Francesco, è nato a Roma e suo nonno paterno, Giorgio, è stato uno dei fondatori del partito dell’Uomo Qualunque nel secondo Dopoguerra. Ha promesso un periodo di austerità per rimettere il bilancio federale e quello degli Stati federati su un percorso sostenibile. E’ stato a lungo presidente della squadra di calcio del Boca Juniors, a cui deve buona parte della sua popolarità.
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