Quante cose simpatiche possono succedere in vacanza? Noi, per esempio, incontriamo la troupe di una televisione di Buenos Aires: stanno girando un documentario su questa parte dell’Argentina a sud del mondo, per la rubrica Viajes y Paseos. Si chiacchiera di viaggi, ci raccontiamo le nostre impressioni su questi luoghi incredibili e il giornalista Josè Ayala decide di includerci nel documentario intervistandoci. Un diversivo divertente che si conclude con uno scambio di mail e un piccolo dono alla tv: il mio romanzo Adele.
Ma altre persone simpatiche e interessanti conosceremo in questo splendido viaggio. Nella nuova giornata a Ushuaia infatti, decidiamo di visitare tutta la cittadina in maniera molto più pigra e tipicamente turistica, ovvero con un bus e una guida. Nondimeno, un piccolo e intrigante colpo di scena si verifica anche in questa occasione; tra le vie strette, vecchie residenze, il porto commerciale, municipio, chiesa e monumenti, ci fermiamo per fare due passi davanti al mare, dove una minuscola pista di atterraggio (pare una stradina) rappresenta ciò che un tempo era parte dell’aeroporto, tenendo presente che la pista attuale – un po’ fuori dalla città – non è poi molto più grande, come già vi ho detto! Oggi qui si trova un aero club dove si danno lezioni di volo utilizzando piccoli aerei da turismo, che osserviamo incantati. Una strumentazione quasi inesistente, un solo motore, sembrano dei giocattoli! Ed ecco che ci viene incontro Octavio, un signore dall’aria sorniona e simpatica che li pilota. Comincia a tentarci per un volo e, sebbene un po’ titubanti, accettiamo: sappiamo tutti quanto possa essere intrigante la paura, quante volte l’ho scritto nei miei libri? Non posso che essere coerente, dunque eccomi seduta all’interno di un minuscolo Piper Cherokee, modello nato nel 1963, con Octavio che ci istruisce! Ha quattro posti collocati in fila per due (compreso quello del pilota), minuscoli anch’essi, e il fatto che sia un monomotore non è molto rassicurante ma… si parte abbandonando senza alcun rimpianto il bus turistico!
È stupefacente quanto sia semplice per un così piccolo aereo prendere il volo e, mentre saliamo, ecco un’altra versione di Ushuaia, delle isolette, del Canale de Beagle, della Cordigliera delle Ande innevata, del Cile così vicino… Uno spettacolo che emoziona, mentre Octavio ci fa notare la grande differenza tra i voli di linea a cui siamo abituati e questo. “È il vero volare, questo, è il sentire, è il vivere per aria, è il provare vere sensazioni” ci dice appassionato, e dobbiamo ammettere che ha ragione: quaranta minuti di passeggiata tra le nuvole che non dimenticheremo.
Dopo un morbido atterraggio che rivela le indiscutibili capacità del pilota, vista la pista, la piacevole chiacchierata prosegue e ci viene dato un attestato che racconta del nostro battesimo di volo in Piper, un delizioso ricordo da portare a casa. Nel frattempo si torna in albergo a piedi, con l’adrenalina alle stelle per il piacere-timore appena provato.
La visita successiva riguarda il Parque Nacional Tierra del Fuego che, onestamente, un poco mi delude, sebbene mi affascini il sapere che sto camminando in territorio andino e che continuo a sfiorare con lo sguardo il confine con la repubblica del Cile, che tanto mi attrae. Siamo a circa dodici chilometri a ovest di Ushuaia, ma il parco, come ho detto, non mi colpisce particolarmente: il sottobosco con la sua vegetazione mi appare “povero” allo sguardo, i laghi interni, quelli più piccoli, sembrano acquitrini. Assenza totale di fauna per noi, sebbene vi siano castori, volpi rosse (Zorro Colorado), cormorani, condor e altri animali; la fortuna non ci assiste e incontriamo solo zanzare e anatre. Ma qui vivevano le tribù Yàmanas delle quali vi ho parlato, e vi sono ampie e suggestive vedute da ammirare nei punti panoramici che i sentieri offrono. Inoltre, ammetto di aver visitato una piccola parte del parco, dunque il mio punto di vista può non essere valido perché limitato.
Dopo un’ultima cena e un helado (si dice che il gelato argentino sia uno dei migliori al mondo ma non leverei il primato a noi italiani!), prepariamo i bagagli: abbiamo un volo per El Calafate, Patagonia!
È una mattina nuvolosa e cupa, quella in cui salutiamo la città più a sud del mondo con un’ultima foto dall’aeroporto; lei si affaccia silenziosa sull’acqua in un saluto malinconico, e noi prendiamo posto su un aereo più stabile e sicuro dell’ultimo, con la tundra e quelle parti desertiche non visitate sotto di noi. Quali altre meraviglie ci attendono?