1- Un presidente tifoso
https://twitter.com/mauriciomacri
In Argentina il calcio è un affare di stato. Sul suo profilo Twitter, il nuovo Presidente della Repubblica Mauricio Macri si definisce un supporter del Boca Juniors. Infatti, è forse uno dei tifosi più coinvolti dato che è stato presidente del club più popolare del paese (dal 1995 al 2008), con il quale ha ottenuto ben 17 titoli, un record per il presidente di un club. Comunque, Mauricio Macri non è il primo Presidente dell’Argentina a confessare la sua debolezza per una squadra. Nestor Kirchner (2003-2007), per citarne uno, non ha mai nascosto di essere una “hincha” (tifoso) del Racing d’Avellaneda.
2- Maradona, un tifoso a tutto tondo
Fin da quando ha appeso gli scarpini al chiodo nel 1997, Diego Maradona è diventato il tifoso numero uno della nazionale, l’Albiceleste (oltre ad esserne stato anche allenatore, ma questa è un’altra storia). Quando è sulle tribune diventa isterico. Non è raro vederlo allo Stadio Monumental (dove l’Argentina gioca le partite in casa) o seguire la nazionale durante i maggiori tornei (la Copa America o il Mondiale). Maradona raramente esita quando tifa altre squadre nazionali. In settembre ha fatto un lungo viaggio da Dubai (dove ora vive) per tifare i Pumas durante la Coppa del Mondo di Rugby. Si è anche fatto notare per un look piuttosto vivace durante le partite di Coppa Davis.
3- Il Papa, incondizionatamente tifoso del San Lorenzo
L’argentino Papa Francesco è un grande tifoso del San Lorenzo, una cosa che non ha mai nascosto affermando che “il San Lorenzo è la miglior squadra argentina”. Ma da dove viene questa passione? “Il club è stato fondato da Padre Lorenzo Massa, il 1° Aprile 1908, con lo scopo di aiutare i giovani con problemi di droga e prevenire i suicidi o la depressione” ha detto il Papa. “Da allora, il club è cresciuto e ha vinto diversi titoli (inclusi 15 campionati e una Copa Libertadores). Infine, il club gioca con i colori della Vergine Maria (rosso e blu)”. Alcuni potrebbero pensare che sia una coincidenza il fatto che il San Lorenzo abbia vinto la sua prima ed unica Copa Libertadores solo qualche mese dopo che Jorge Bergoglio (ovvero Papa Francesco) è diventato il 266° Papa!
4- Il cimitero del Boca Juniors
Il Boca Juniors, il club più popolare del paese, ha offerto ai propri tifosi la possibilità di riposare in pace in blu e oro. Nel 2006 il club ha aperto un cimitero, situato a circa 30 km da Buenos Aires. Occupa circa un ettaro di terreno e offre 3000 tombe, un numero che dovrebbe crescere negli anni considerando l’alta domanda. Il club offre anche ai tifosi bare con i colori del Boca Juniors. In breve, si può dire che tifare una squadra di calcio in Argentina sia un’esperienza eterna, più forte della morte.
5- Rodrigo canta le lodi di Maradona
Rodrigo è il Maradona di Cuarteto (un genere musicale tipico dell’Argentina). Per molti argentini è una leggenda, morto improvvisamente nel 2000 a causa di un incidente stradale. Ma come tutte le leggende, Rodrigo è immortale. Tra le sue hit, una canzone fa ancora ballare gli argentini: “La mano de Dios” (La mano di Dio), scritta nel 2000 come tributo al suo amico Diego Maradona. In solo quattro minuti, Rodrigo racconta la storia di Maradona con un ritmo veloce, la storia di un ragazzo nato nei bassifondi e diventato una superstar del calcio.
6- Il banderazo, in onore del clasico
http://www.rosario3.com/noticias/Newells-realizo-el-clasico-banderazo-en-el-Coloso-20150910-0068.htm
In Argentina, i tifosi di calcio non hanno mai le mezze misure nel periodo precedente al “clasico” (ovvero il derby), e il più vecchio di tutti i derby argentini è quello tra il Rosario e il Newell’s Oldi Boys, a Rosario. Il primo incontro tra le due squadre fu nel 1905 e in ogni occasione la città si divide in due e l’atmosfera diventa soffocante. Alla vigilia di un “clasico”, la tradizione dice che i tifosi devono farsi sentire. L’evento è chiamato “banderazo”, un termine che non è possibile tradurre e che deriva dalla parola “bandera” (bandiera). Molto semplicemente, è un momento per celebrare i colori del club, un vero e proprio spettacolo di canti e fuochi d’artificio. La foto mostra il “banderazo” dei tifosi del Newell alla vigilia del clasico di settembre. Il club non era in forma in quel momento, ma i tifosi organizzarono una vera e propria festa per i propri giocatori. Tra l’altro il giorno successivo, le due squadre hanno finito la partita sullo 0-0.
7- I Papelitos
I “Papelitos” (le piccole carte) sono una tradizione nel calcio argentino. Durante le grandi partite, quando le squadre scendono in campo, una nuvola di piccoli pezzi di carta piove dal cielo prima di cadere sul campo. La leggenda dice che questa tradizione ha origine a Quilmes, un quartiere di Buenos Aires, una zona conosciuta per la propria birra. Nel 1961, l’anno in cui la squadra locala è stata promossa in prima divisione, le “piccole carte” (le etichette provenienti dalle bottiglie di birra “Quilmes”) vennero buttate dagli spalti sul campo, al momento dell’entrata della squadra. Nel 1978, durante la Coppa del Mondo in Argentina, il resto del pianeta ha scoperto la tradizione. Gettare piccoli pezzi di carta sul terreno di gioco è diventato poi un atto simbolico, di ribellione, poiché il dittatore argentino ha proibito questa pratica durante il torneo. Oggi i “papelitos” sono parte del folklore nel calcio in Argentina.
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